Tra i tanti reperti risalenti alla civiltà nuragica ci sono i pozzi sacri, luoghi dedicati al culto dell'acqua, di cui Su Tempiesu è uno degli esempi più significativi, sia da un punto di vista architettonico, sia per quanto riguarda l'ambiente naturale in cui sorge, tipicamente e meravigliosamente mediterraneo.
In Sardegna i tanti pozzi sacri che sorgono nel suo territorio sono un'importante testimonianza del culto delle acque praticato durante la civiltà nuragica.
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Fonte sacra Su Tempiesu |
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Fonte sacra Su Tempiesu |
- pozzi sacri che consentono di raccogliere l'acqua sotterranea
- fonti sacre per la raccolta di acqua sorgiva
- rotonde, edifici a pianta circolare, senza un'adduzione idrica diretta da falda o da sorgente
Per scoprire il mistero del culto delle acque in Sardegna, la fonte nuragica di Su Tempiesu è una tappa da non perdere.
La maggior parte dei pozzi nuragici si presentano infatti con la sola struttura del pozzo e delle scale, mentre Su Tempiesu, forse anche grazie ad una frana che lo seppellì nel IX secolo a.C., conserva gran parte della sua morfologia originale, molto elaborata e considerata un prototipo dei pozzi sacri. E' collocato in uno scenario naturale spettacolare; oltretutto io l'ho visitata in una giornata estiva in cui è scoppiato un forte temporale ed in questo verde e magico panorama dell'entroterra nuorese si è aggiunto pure l'arcobaleno.
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Panorama nei dintorni di Orune |
Su Tempiesu è stato costruito con conci di trachite e basalto accuratamente lavorati ed è addossato ad una parete rocciosa da cui sgorga l’acqua sorgiva che alimenta la fonte sacra. Su molti blocchi di pietra potrete notare delle singolari sporgenze mammelliformi, probabilmente dei simboli da ricollegare al culto della dea madre, dispensatrice di acqua, di vita e di nutrimento.
La struttura è alta circa sette metri ed è formata da vestibolo, scala e cella. Nella parte interna del vestibolo si apre una scaletta a pianta trapezoidale che, per la sua forma strombata, richiama quella di Santa Cristina di Paulilatino e che porta alla piccola camera a tholos, dotata di un pavimento lastricato con al centro una fossetta di decantazione. Il tetto culmina in un timpano triangolare sul quale poggiava un acroterio che sosteneva venti spade votive in bronzo. Due archetti monolitici, forse con funzione statica ma anche decorativa, sono inseriti nelle strutture murarie superiori e ci fanno pensare che la tecnica dell'arco, la cui origine è stata spesso attribuita agli Etruschi, fosse stata invece già adottata in epoche precedenti, probabilmente importata dal Medio Oriente.
Nei periodi di piena l’acqua traboccante scorreva in una canaletta scavata sul pavimento del vestibolo e veniva convogliata in una seconda piccola fonte.
Nel pozzetto sono stati rinvenuti numerosi oggetti votivi bronzei: pugnali, spilloni, pendagli, fibule, bracciali, bottoni, anelli, vaghi di collana, aghi e bronzi antropomorfi come la figura maschile barbata con bandoliera a tracolla, il pastore con bisaccia e la coppia di offerenti. I bronzetti rappresentano la credenza che le fonti ed i pozzi avessero proprietà curative e fortificatrici, un ringraziamento quindi per i benefici ottenuti dall'acqua. I reperti recuperati durante gli scavi sono ora conservati nel Museo Nazionale Archeologico di Nuoro.
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Su Tempiesu: percorso botanico |
2 Commenti
Complimenti per l'articolo che viene esposto in modo comprensibile anche per i più profani.Apprezzabili le reminiscenze classiche che ci ricordano del bene più prezioso in natura, bene purtroppo da me non valorizzato come dovrebbe essere ed addirittura sciupato. Consiglio i saggi di Luisa, perché ,pur essendo concisi ,illustrano sapientemente il trattato. Veramente brava. Paragonabile alle guide touring,forse più minuziose.
RispondiEliminaGrazie Gigi!!!
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