Capalbio è il comune più meridionale della Toscana, avvolto dalla macchia mediterranea e dal profumo del mare.
Le sue origini risalgono all'epoca etrusca e, negli anni Settanta del secolo scorso, ha acquisito notorietà come luogo di vacanza elitario e intellettuale, tanto da essere soprannominata la Piccola Atene. Sarà stato per le spiagge, o forse per l'esuberanza della natura, o ancora per la magia del tessuto medioevale intatto: certo è che l'arcano gioco della bellezza è molto vivo a Capalbio, come lo è nei tarocchi che una grande artista, Niki de Saint Phalle, ha reso protagonisti di un onirico parco nei pressi del borgo, Il Giardino dei Tarocchi.
Mosaici di Niki de Saint Phalle |
Storia di Capalbio
La storia di Capalbio è analoga a quella degli altri borghi maremmani: i ritrovamenti archeologici dimostrano la presenza di insediamenti umani già in epoca etrusca e romana, ma è dal Medioevo che il nucleo urbano assunse un ruolo privilegiato. Il Castello di Capalbio è nominato nella Bolla di Carlo Magno e papa Leone III dell’805 che assegna il borgo all’Abbazia dei Santi Anastasio e Vincenzo alle Tre Fontane di Roma, privilegio confermato da papa Alessandro III nel 1161. La famiglia Aldobrandeschi, la città di Orvieto, la Repubblica di Siena, Cosimo de' Medici, i duchi di Lorena si susseguirono nel dominio sul borgo. Nel XIX secolo, alla disastrosa situazione sociale ed alla piaga della malaria, si aggiunse anche il brigantaggio. Tra i banditi si distinse Domenico Tiburzi, considerato dalla tradizione popolare il paladino dei poveri: il brigante difendeva i contadini dai soprusi dei possidenti terrieri e morì in uno scontro a fuoco con i carabinieri.
Dopo la seconda guerra d'indipendenza la città fu annessa al Regno d'Italia. L'agricoltura, ancora caratterizzata dal latifondismo, raggiunse un nuovo modello di sviluppo solo nel 1952, con l'applicazione della riforma agraria. Nel 1960 Capalbio ottenne la propria autonomia amministrativa distinta da quella di Orbetello a cui era stata in precedenza annessa.
Gonfiabile di una Nana di Niki de Saint Phalle |
Cosa vedere nel centro storico di Capalbio
Il centro storico di Capalbio, con il suo inalterato assetto urbanistico medioevale, è pedonalizzato e, passeggiando per le sue vie, potrete respirare un'atmosfera elegante fatta di case in pietra, balconi fioriti, stretti passaggi e scorci che spaziano dalla natura circostante fino al mare.
Porta senese: è la porta di accesso alla città, costruita dalla Repubblica di Siena. Potrete notare la lapide del 1418 a ricordo della ristrutturazione delle mura e uno stemma mediceo del 1601, inserito dopo l’annessione di Capalbio al Granducato di Toscana.
Rocca aldobrandesca: sorse nel Medioevo come possedimento dell'Abbazia delle Tre Fontane di Roma ed in seguito divenne proprietà degli Aldobrandeschi che la controllarono a vicende alterne fino alla fine del Trecento, quando fu acquisita dagli Orsini di Pitigliano. Con la conquista da parte della Repubblica di Siena, vennero eseguiti lavori di ristrutturazione che conferirono all'edificio l’aspetto odierno. Il nucleo originario del complesso è costituito dalla torre merlata e si trova nel punto più alto della città.
Palazzo Collacchioni: è un edificio dal tipico stile rinascimentale, al cui interno si trova il pianoforte suonato da Giacomo Puccini durante i suoi soggiorni a Capalbio, ospite dei Collacchioni.
Chiesa di San Nicola: sul fianco si eleva la torre campanaria del XII sec. e all'interno custodisce pregevoli affreschi di scuola umbro-senese del ‘400.
Mura: il centro storico di Capalbio è circondato da una doppia cerchia di mura in pietra locale. La cinta interna, più bassa, è di epoca medievale, mentre quella esterna, più alta, risale al Rinascimento. Le mura sono percorribili e da qui si può godere di un magnifico panorama.
Oratorio della Provvidenza: si trova fuori dalle mura, in piazza della Provvidenza, e conserva un ciclo di affreschi attribuiti alla scuola del Pinturicchio.
Nana-Fontaine: in piazza Belvedere un'iconica statua femminile di Niki de Saint Phalle diventa il fulcro di una fontana ed un rimando al fiabesco ed esoterico Giardino dei Tarocchi .
Nana-Fontaine |
Cosa vedere nei dintorni di Capalbio
Oasi WWF lago di Burano: è la prima oasi WWF nata in Italia nel 1968 e comprende nella sua area un lago costiero, luogo privilegiato per gli amanti del birdwatching.
Torre di Buranaccio: realizzata dagli spagnoli intorno al 1600 si trova sulle sponde del lago di Burano; è oggi privata e visitabile in rare occasioni come ad esempio la festa delle Oasi, in cui i proprietari concedono i permessi alle escursioni del WWF.
Litorale: il litorale di Capalbio si estende per circa 12 km ed è caratterizzato da lunghe spiagge sabbiose e acqua cristallina, costeggiate da fitta macchia mediterranea, profumata di ginepro, erica, mirto, pini e ginestre. Gli accessi alla spiaggia sono limitati, ma facilmente raggiungibili in automobile e potrete scegliere tra la spiaggia libera o uno dei tanti bagni attrezzati presenti.
Fioriture ornamentali a Capalbio |
Dove mangiare a Capalbio
Il Ristorante da Maria Capalbio, piazza Carlo Giordano 3, offre, oltre alla cucina tipica, molti piatti vegetariani che potrete gustare su una terrazza panoramica proprio di fronte alla porta di ingresso al borgo.
Rocca Aldobrandesca |
Dove dormire a Capalbio
Situata vicino al centro medievale di Capalbio, la Valle del buttero ospita una piscina all'aperto immersa in un vasto giardino mediterraneo.
Antipasto vegetariano al Ristorante da Maria Capalbio |
1 Commenti
Grazie, mi hai fatto venire voglia di partire....ci andrò presto!
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