La città di Bolsena sorge sulla sponda settentrionale del più grande lago di origine vulcanica in Europa, formatosi oltre 300.000 anni fa in seguito al crollo dell’apparato eruttivo Vulsinio, che ha generato un’enorme caldera lentamente riempita dall'acqua. Dall'azzurro del lago emergono due isole ricche di macchia mediterranea: Bisentina e Martana.
Lunetta della Collegiata di Santa Cristina
La presenza del lago e la piacevole atmosfera del borgo hanno fatto di Bolsena un’importante e rinomata località turistica frequentata in tutte le stagioni, anche grazie alla salubrità dell’aria ed alle invidiabili condizioni climatiche, elementi che fin dai tempi più antichi spinsero l’uomo a vivere in queste terre.
Muri e colori nel centro storico di Bolsena |
Storia di Bolsena tra realtà e leggende
Nelle acque del lago sono stati rinvenuti i resti di palafitte risalenti all'epoca preistorica, mentre nel periodo tardo-villanoviano si svilupparono una serie di piccoli villaggi, subordinati alla vicina Velzna, l’odierna Orvieto, distrutta dai Romani nel 264 a.C. I superstiti furono costretti a trasferirsi sulle sponde nord-orientali del lago, dove fondarono una nuova città a cui diedero lo stesso nome della precedente, poi latinizzato in Volsinii. Dal nome latino, trasformatosi più volte nel corso della storia, è nato il toponimo di Bolsena. La Via Cassia, che durante l'impero romano favorì indubbiamente lo sviluppo dei commerci, nell’Alto Medioevo invece espose il territorio di Bolsena alle scorrerie degli eserciti barbarici. Dopo il dominio longobardo e con lo sviluppo dei traffici sulla Via Francigena, la città entrò a far parte dei possedimenti della Chiesa, sotto la diocesi di Orvieto. Nel 1398 il papa Bonifacio IX la concesse in vicariato ai Monaldeschi della Cervara, che ne mantennero il dominio fino al 1451, anno in cui il territorio tornò definitivamente alla Chiesa. Tra il XVIII e il XIX secolo la storia di Bolsena fu segnata dalla presenza della famiglia Cozza, tra le cui figure illustri si ricorda il Conte Giuseppe Cozza Luzi che nel 1828 spinse papa Leone XII affinché restituisse al borgo l’antico rango di città. Nel 1870 Bolsena fu annessa al Regno d’Italia e nel 1927 passò dalla provincia di Roma alla nuova provincia di Viterbo.
La storia di Bolsena è ricca di aneddoti e leggende: il martirio di Santa Cristina ed il miracolo eucaristico sono quelle più suggestive. Si racconta che durante l'impero di Diocleziano, Cristina, giovane figlia del prefetto romano Urbano, convertitasi al cristianesimo contro il volere del padre fu, per ordine dello stesso, imprigionata, barbaramente torturata e gettata nelle acque del lago con un masso legato al collo. Il sasso, tuttavia, galleggiò sorretto dagli angeli, salvando la ragazza. A quella vista, Urbano non resse al dolore e morì, ma un altro persecutore, di nome Dione, tornò ad infierire su Cristina, condannandola a terrificanti quanto inefficaci torture fino a quando non venne uccisa con due frecce. La pietra miracolosa fu conservata e divenne l’altare che sarebbe stato protagonista, dieci secoli dopo, di un altro fatto straordinario. La Collegiata di Santa Cristina è infatti nota per il Miracolo del Corpus Domini, avvenuto secondo la tradizione nel 1263, e che vede protagonista Pietro da Praga, un prete boemo tormentato dal dubbio riguardo alla reale presenza del corpo e sangue di Cristo nell'ostia e nel vino consacrati. Per fugare il suo scetticismo, il sacerdote decise di intraprendere un pellegrinaggio a Roma e pregare sulla tomba di Pietro; rasserenato dal soggiorno romano, nel viaggio di ritorno sostò a Bolsena. Celebrò la messa nella grotta di Santa Cristina e, secondo quanto tramandato dalla tradizione, al momento della consacrazione l'ostia cominciò a sanguinare sul corporale. Pietro da Praga, confuso ed impaurito, avvolse l'ostia nel corporale di lino e andò verso la sacrestia ma, durante il tragitto, alcune gocce di sangue caddero sulle pietre del pavimento e sui gradini dell'altare. Il Papa Urbano IV dichiarò la soprannaturalità dell'evento e l'11 agosto 1264 estese a tutta la Chiesa la solennità chiamata Corpus Domini. Ancora oggi, nel mese di giugno, una festa sul tema dell’eucaristia anima le vie del centro storico, richiamando un grande numero di visitatori. Nel 1290, Niccolò IV fece edificare il duomo di Orvieto per custodire il corporale, mentre all'interno della cappella nuova del miracolo a Bolsena sono conservate le quattro lastre di marmo macchiate di sangue. Una quinta lastra fu donata, nel 1574, alla parrocchia di Porchiano del Monte.
Un'altra leggenda riguarda la tragica fine della regina Amalasunta, unica figlia del re degli Ostrogoti, Teodorico. Amalasunta assunse la reggenza del regno alla morte del marito Eutarico, poichè il figlio Atalarico, erede al trono, era solo un bambino. Dopo la prematura scomparsa di Atalarico, la regina associò al trono Teodato, suo cugino e duca di Tuscia. Ma la condotta politica di Amalasunta non piaceva ad una parte della nobiltà dei Goti e a Teodato che la fece catturare ed imprigionare sull'isola Martana. Qui Amalasunta si innamorò del suo guardiano Tomao, ma Teodato scoprì la tresca amorosa e fece uccidere Amalasunta il 30 aprile del 535.
Si racconta che il corpo della regina venne messo a giacere in una carrozza d'oro sepolta nel lago e che durante la prigionia sull'isola, Amalasunta fosse solita raggiungere la terraferma tramite un tunnel sotterraneo. Alcuni recenti rilevamenti subacquei hanno evidenziato la presenza di una vera e propria strada, probabilmente perchè in passato il livello del lago era più basso di quello attuale e l'isola era un promontorio. La leggenda riporta che ancora oggi, nelle giornate di forte tramontana, i pescatori di Marta riescano a sentire le urla strazianti della regina e che nelle notti di luna piena il suo fantasma ancora aleggi attorno alle rocce e alle acque di Martana.
Centro storico di Bolsena |
Architetture religiose a Bolsena
- Collegiata di Santa Cristina: fu eretta nel XI secolo in stile romanico e rimaneggiata alla fine del Quattrocento con l’elegante facciata rinascimentale, sulla quale risaltano due lunette decorate con raffinate terrecotte smaltate che sovrastano la porta centrale della chiesa e quella della cappella di San Leonardo, opere del fiorentino Benedetto Buglioni, allievo di Andrea della Robbia. Nell'interno a tre navate vi sono affreschi del XIV e XVI secolo e dietro all'altare maggiore si trova uno splendido polittico di Sano di Pietro. Dalla navata sinistra si accede alla Cappella del Miracolo, realizzata nel XVII secolo, il cui altare custodisce le reliquie del Miracolo Eucaristico. Attigua è la Grotta di Santa Cristina, facente parte delle catacombe cristiane. Al centro della Grotta è collocato un altare, sormontato da un antico ciborio, in cui è incorporata la pietra su cui la Santa impresse l'impronta dei suoi piedi prima di essere gettata nelle acque del lago. La statua di Santa Cristina, sotto la quale si trova il sarcofago del IV secolo che ne conteneva probabilmente le reliquie, ed un'icona in terracotta sono opere di Benedetto Buglioni.
- Chiesa di San Francesco: mantiene l’originario aspetto gotico del XIII secolo, presenta un pregevole portale e, nell’interno ad unica navata, un crocefisso del Pastura.
- Chiesa di San Salvatore: situata nel quartiere medievale Castello, risale al XIII secolo e presenta un campanile a cupola ricoperto da maioliche.
- Oratorio della Madonna dei Cacciatori: risalente al XV secolo, conserva all'interno vari affreschi votivi di santi.
Bolsena |
Architetture civili a Bolsena
- Rocca Monaldeschi della Cervara: sorge nel rione Castello ed è stata edificata tra il XII ed il XV secolo. In un primo momento furono costruite la torre principale e la parete settentrionale, in seguito la famiglia Monaldeschi provvide al completamento della Rocca con l'edificazione di altre torri, delle mura perimetrali e degli interni. Successivamente la Rocca cadde in stato di abbandono fino al 1921 quando fu restaurata. Nel 1991 divenne la sede del Museo Territoriale del lago di Bolsena che ripercorre la storia della formazione del lago, dalla preistoria al periodo romano.
- Palazzo del Drago: costruito su disegni degli architetti Simone Mosca e Raffaello da Montelupo intorno alla metà del XVI secolo, è uno dei palazzi cinquecenteschi meglio conservati del Lazio. Degno di nota al suo interno un ciclo di affreschi di epoca manierista.
- Fontana di San Rocco: venne fatta realizzare dal cardinale Giovanni de' Medici e si trova nella piazza di San Rocco. Secondo la leggenda San Rocco sostò a Bolsena ed in questa occasione si fermò a dissetarsi presso la fontana dove bagnò una ferita alla coscia che guarì istantaneamente. Da quel momento l’acqua fu considerata miracolosa ed ogni anno il 16 agosto viene celebrata una messa con la benedizione delle acque.
- Palazzo Cozza Caposavi: di origine cinquecentesca, venne ridisegnato nel settecento sotto la direzione dell'architetto Domenici e domina la fontana medicea di San Rocco.
Rocca Monaldeschi della Cervara |
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