Celleno |
Celleno, via del Ponte e Castello Orsini |
Origini del nome Celleno
Le leggende su questo luogo si perdono nella mitologia e nelle tante versioni della storia di Enea. Durante le sue peregrinazioni infatti, l’eroe troiano s’imbatte nelle terribili Arpie che gli predicono carestie e pestilenze: una di queste, Celeno, diede forse il nome all’antico borgo di Celleno. Oppure il toponimo potrebbe ricondurci all'antica civiltà etrusca e greca: secondo il critico e storico greco, Dionigi di Alicarnasso, Celleno sarebbe stata fondata da Italo in memoria di sua figlia Cilenia. E' più probabile però che Celleno derivi da cella, nel senso di grotta, nome legato quindi alla natura tufacea del territorio.
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Storia di Celleno
Alcuni ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza di un piccolo centro abitato a partire dal VII secolo a.C. Nel periodo etrusco il borgo si trovava sull’asse che collegava Orvieto a Ferento, un punto strategico che, in seguito all'espansione romana, consentì a Celleno di diventare un’importante direttrice per i traffici che provenivano dalla media valle del Tevere verso Montefiascone e Roma. Durante le invasioni barbariche, Celleno Antica fu teatro di innumerevoli scorrerie da parte dei Goti e soprattutto dei Longobardi che la saccheggiarono più volte. Nel 774 Carlo Magno sconfisse i Longobardi e consegnò il borgo alla Chiesa.
Durante il Trecento fu coinvolta nelle rivalità tra guelfi e ghibellini; in seguito divenne possedimento della famiglia Gatti fino all’acquisizione del feudo da parte degli Orsini. Dalla fine del Cinquecento il borgo passò di nuovo sotto la giurisdizione della Santa Sede. Dal Seicento all'Ottocento, devastanti terremoti ed epidemie spinsero la popolazione ad abbandonare il paese per spostarsi a circa un chilometro e costruire la nuova Celleno.
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Cosa vedere a Celleno
Dopo aver superato la scenografica via del Ponte, si raggiunge la parte architettonicamente più interessante di Celleno Antica, la Piazza del Castello, detta Piazza del Comune. Probabilmente modificata nel XV secolo, questo luogo ha visto il succedersi di epoche e civiltà ed è stata teatro di eventi funesti, come l'uccisione di Giovanni Gatti, ultimo erede della famiglia che governò Celleno, torturato e giustiziato per ordine di Papa Alessandro VI per essersi rifiutato di riconsegnare il feudo alla Chiesa.
Sulla piazza si affacciano alcuni palazzi, l’ex chiesa di San Carlo, l'antica chiesa parrocchiale di San Donato ed il Castello Orsini.
Castello Orsini
Delle sue origini antichissime si ha una prima traccia in un documento dell’anno 1026. La fortezza prende il nome dalla famiglia che dominò il borgo dopo quella dei Gatti: infatti è stata sede prima dei signori feudali di Celleno, poi dei funzionari pontifici ed infine dell’amministrazione comunale. Nel 1973 l’artista Enrico Castellani acquistò il castello in cui abitò fino al 2017, anno della sua morte. La severa facciata del Castello Orsini ha conservato fino ad oggi la sua vocazione difensiva, legata anche all'importante posizione strategica. Alla fine della duplice arcata del ponte levatoio si trova un bel portale, oltrepassato il quale si apre l’accesso agli ambienti, non tutti visitabili per questioni di sicurezza.
Chiesa di San Carlo
Venne fondata nell'anno 1625, come si legge nell'iscrizione posta sull'architrave della finestra che si apre sul fianco verso il castello e la sua edificazione fu sostenuta dalla Congregazione di San Carlo. La facciata è a terminazione piana, con una modanatura terminale a blocchi di tufo scolpiti, su cui si innesta un esile campanile a vela. L'interno presenta una sola navata. Oggi è un museo che ospita vecchi cimeli, come una collezione di radio e soprattutto di moto perfettamente funzionali.
Chiesa di San Donato
Un tempo chiesa madre della comunità , oggi si trova in stato di rudere e trasmette tutto il fascino del passato, tra il verde incolto che sembra prendere il sopravvento sulla muratura e preziosi squarci architettonici come un portale laterale del XII secolo, con ricchi stipiti a dentelli e punte di diamante. Il Campanile si è invece conservato: il suo orologio segna un’ora persa nel tempo, forse quella dell’ultima scossa fatale che ha determinato l’abbandono di questo luogo.
Il percorso continua tra le vie tortuose del borgo che, tra vegetazione spontanea e muri diroccati, resti di finestre impreziosite da eleganti cornici e frammenti di portali decorati, conducono al belvedere che domina tutta la valle ed offre una vista spettacolare sulla campagna della Tuscia. Nel borgo e nei campi troverete esposti molti attrezzi agricoli e strumenti di lavoro: l’intento è quello di promuovere il territorio cellenese esplorando il tema delle attività artigianali presenti dai primi insediamenti fino all’esodo e all’abbandono, un viaggio nel tempo tra mestieri e paesaggio.
Chiesa di San Rocco
Ubicata extra moenia, è dedicata al culto di San Rocco, santo taumaturgo morto nel 1327 e venerato nell'Alto Lazio come protettore dalle epidemie e pestilenze.
Di notevole importanza è il portale principale in pietra scolpita che, secondo alcuni critici d'arte, è formato da elementi sepolcrali provenienti dalla città di Ferento alla cui distruzione partecipò anche Celleno. Lo stemma, posto al centro, appartenne alla nobile famiglia Orsini. All'interno potrete ammirare un pregevole Crocifisso ligneo realizzato tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, opera di artista anonimo. La Chiesa di San Rocco è stata dichiarata Monumento Nazionale ed è tutelata dal Ministero delle Belle Arti.
Dove mangiare a Celleno
Al ristorante San Rocco, situato nell'omonima piazza, nonostante la maggior parte del menù sia basata su carni, ho trovato anche ottimi piatti cruelty free, come la zuppa di castagne e ceci ed i tagliolini al tartufo bianco.
Dove dormire a Celleno
Tranquillo e silenzioso, immerso nella vegetazione e nel fascino di Celleno Antica, vi consiglio l'Appartamento dell'arco
Celleno, Piazza del Castello |
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