La favorevole posizione geografica ed il clima mite rendono Tarquinia una meta turistica privilegiata, sia per il suo patrimonio archeologico ed architettonico, sia per la vicinanza al mare, all'Argentario e ad ambienti naturalistici unici come la campagna maremmana, la Riserva delle Saline, i vicini Monti della Tolfa ed i Monti Cimini.
Cavalli Alati, Museo Archeologico Nazionale |
Storia di Tarquinia
Il leggendario fondatore di Tarquinia è Tarkun che, all’alba dei tempi, tracciò con l’aratro un solco nella terra dal quale emerse Tagete, un giovane anziano che possedeva la purezza di un bambino e la saggezza di un vecchio. Tagete nacque dalla terra, come il genere umano, per guidare alla luce della sapienza divina il popolo etrusco. Le sue rivelazioni vennero trascritte nei libri tagetici, chiamati anche acherontici perchè trattavano temi del mondo sublunare e sotterraneo del quale egli era il messaggero. Tra gli insegnamenti c'era anche una parte fondamentale dell’arte della divinazione che fu poi tramandata ai popoli romani e così Tarkun divenne depositario della sacra scienza dell'aruspicina.
L’antica città etrusca Tarkna, Tarquinii in latino, sorgeva in una felice posizione geografica a circa 10 km dalla costa, su una collina sopra la valle del fiume Marta, allora navigabile fino al mare. L'ubicazione contribuì alla fioritura ed all’affermazione politica ed economica della città : il porto di Tarquinia aprì agli etruschi il mondo greco ed il Mediterraneo orientale e la città visse un'epoca di grande splendore tanto da essere ritenuta da Cicerone la più ricca d’Etruria. Secondo la leggenda, Tarquinia diede a Roma la dinastia dei re Etruschi, ma, con l'aumentare della pressione esercitata dall'espansione romana, iniziarono i conflitti che, seppur alternati a decenni di tregua, si conclusero nel III secolo a. C. con la sconfitta di Tarquinia e l'occupazione della sua linea costiera da parte di Roma. Sul sito dell'antico porto venne fondata Gravisca, una fiorente colonia marittima.
Negli anni del tardo impero la città cadde in degrado; agli inizi del Medioevo il nucleo urbano venne trasferito su un colle attiguo all'antica Civita, assumendo il nome di Corneto, che divenne ben presto uno dei maggiori produttori di grano in Italia. La cinta muraria eretta a sua protezione venne citata dal Petrarca che definì Corneto "bel paese fortificato circondato da una doppia cinta muraria". La posizione geografica favorì il prestigio della città , situata fra il Patrimonio di San Pietro ed il dominio longobardo di Matilde di Canossa. Dopo aver resistito a numerosi assedi, fu conquistata dal cardinale Albornoz e dagli Orsini, fino a quando venne definitivamente assoggettata allo Stato pontificio.
Durante il ‘400 l'assetto urbanistico di Corneto fu modificato dalle imponenti opere architettoniche volute dal Cardinale Giovanni Vitelleschi, potente diplomatico e stratega della Curia romana, che fece costruire una sofisticata fortificazione nella cinta muraria ed il palazzo gotico rinascimentale attualmente sede del Museo Nazionale Archeologico.
Occupata tra il '700 e l'800 dai francesi e per poco tempo anche dagli inglesi, Tarquinia entrò a far parte del regno d’Italia nel 1870 con il nome di Corneto fino al 1922, quando venne ripristinato l'antico toponimo di Tarquinia.
Tomba dei Leopardi |
Cosa vedere a Tarquinia
Necropoli di Monterozzi
Un elemento di eccezionale interesse archeologico è costituito dalle necropoli: in particolare la Necropoli di Monterozzi conserva dipinti parietali che rappresentano il più importante nucleo pittorico di arte etrusca ed il più ampio documento di tutta la pittura antica prima dell'età imperiale romana. Si conoscono oggi più di seimila tombe, per la maggior parte camere ipogee sormontate in superficie da cumuli di terra, inserite dal 2004 nella lista dei monumenti dichiarati dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità . Il settore aperto al pubblico, in località Calvario, è situato nella parte occidentale del colle di Monterozzi e comprende molti sepolcri segnalati in superficie da manufatti contemporanei, discutibili da un punto di vista filologico-estetico, ma indispensabili per impedire alle acque piovane di penetrare attraverso il dromos nelle camere dipinte. Superata la scala di accesso vi troverete una barriera trasparente che consente di ammirare le pitture e contemporaneamente di salvaguardare le stesse da sbalzi di temperatura ed umidità .
Le tombe dipinte costituiscono una piccola parte delle necropoli cittadine, espressione della classe aristocratica che poteva permettersi il lusso di decorare i propri sepolcri. Le pitture delle camere funerarie sono particolarmente significative perchè rappresentano una testimonianza fondamentale della concezione etrusca della vita e della morte, secondo la quale il defunto sopravvive dove il suo corpo è sepolto. Lo stile delle pitture più antiche richiama la presenza di pittori stranieri, artisti greco-orientali, mentre dalla seconda metà del V secolo appaiono i primi segni di una nuova concezione della morte, con un aldilà popolato da demoni mostruosi e personaggi della mitologia greca.
Le camere funerarie ipogee presentano le pareti decorate a fresco su un leggero strato di intonaco, con scene di carattere magico-rituale raffiguranti banchetti funebri, danzatori, suonatori, giocolieri, paesaggi, disegni geometrici dipinti con colori intensi e vivaci. Fra i sepolcri più interessanti ci sono le tombe che vengono denominate del Guerriero, della Caccia e della Pesca, delle Leonesse, degli Auguri, dei Giocolieri, dei Leopardi, dei Festoni, del Barone, dell'Orco e degli Scudi.
Tomba dei Giocolieri |
Museo archeologico nazionale Tarquinia |
Museo Archeologico Nazionale Tarquiniense
Il Museo Archeologico è ospitato nel Palazzo Vitelleschi, elegante location risalente al XV secolo che custodisce la più vasta esposizione di arte etrusca, collocata sui tre piani dell'edificio.
Gli ambienti al piano terra accolgono una collezione di sarcofagi di grande pregio, quelli del primo piano ceramiche provenienti dagli scavi delle Necropoli, monete, gioielli in oro eseguiti con la tecnica della granulazione, specchi, balsamari, suppellettili, statuette votive. Al secondo piano si trova un loggiato quadrangolare che offre una splendida vista sulla città e sulla campagna. Un gruppo di sale climatizzate ospita la ricostruzione delle tombe del Triclinio, delle Bighe, delle Olimpiadi e della Nave, i cui affreschi originali sono stati staccati dalla Necropoli a scopo conservativo. Nel salone delle Armi infine potrete ammirare il reperto più prezioso della collezione: i Cavalli Alati, altorilievo fittile databile 490-480 a.C., che faceva parte della decorazione del tempio dell’Ara della Regina, il quale, a sua volta, sorse intorno al secolo IV a.C. in sostituzione di un tempio arcaico.
Mitra Tauroctono |
Centro storico di Tarquinia
Tarquinia è anche una splendida città medievale che si conserva quasi intatta all'interno delle antiche mura. Circa cinquanta torri, in gran parte non facilmente riconoscibili perché tagliate all’altezza degli antichi palazzi, pregevoli edifici ed antiche chiese romaniche testimoniano il passato glorioso della città . Nella zona più antica di Tarquinia, esterna alle mura, sorge la chiesa di Santa Maria in Castello, iniziata nel 1121 e consacrata nel 1208. La si raggiunge da Porta Castello, affiancata dalla torre che ospitò, secondo la leggenda, Matilde di Canossa. Oltre l'arco della porta, una torre medievale precede la facciata tripartita della chiesa, il cui portale centrale, ornato di motivi cosmateschi, testimonia l'antichità del luogo di culto, insieme al caratteristico campanile a vela. I pilastri interni sono sormontati da bellissimi capitelli e la pavimentazione decorata da raffinati mosaici. Notevoli anche il fonte battesimale ottagonale, il pergamo ed il ciborio. A circa cento metri dalla chiesa, sorge la Fontana Nova, costituita da un ampio vascone coperto da volte a botte e sormontato da sei archi, risalente al pontificato di Onorio II (1124-30). All’origine era chiamata Fontana Antica, ma alla fine del XIV secolo fu sottoposta a lavori di ristrutturazione, con la costruzione di un lavatoio e di una vasca da utilizzare per tenere a bagno gli ortaggi: venne così ribattezzata Fontana Nova.
Sulle pendici sud del Castello, fuori le mura, sorge il santuario di Santa Maria di Valverde, romanica, ma rimaneggiata nel '400. All'interno è conservata un'antica tavola della Madonna con Bambino.
Il Duomo di Tarquinia, edificato intorno al 1260 ma ricostruito sul finire del Seicento dopo un incendio, conserva all’interno gli affreschi di Antonio del Massaro, detto il Pastura. Altri interessanti edifici religiosi sono la Chiesa di San Francesco, la Chiesa della Santissima Annunziata con influssi arabi e bizantini, la Chiesa di San Giuseppe, la Chiesa di San Leonardo e la barocca Chiesa del Suffragio.
Per quanto riguarda l'architettura civile, oltre alle numerose torri ed al Palazzo Vitelleschi, vi è il Palazzo Comunale, datato XIII secolo, ed il fortificato Palazzo dei Priori.
Sarcofago di Laris, Museo Archeologico Tarquinia |
Natura e paesaggio di Tarquinia
L’area di Tarquinia è anche di grande interesse paesaggistico: oltre all'archeologia ed all'architettura infatti, la città dista pochi minuti dal mare e dalla Riserva Naturale Saline di Tarquinia. Qui si possono ammirare uccelli come il fenicottero rosa e l’airone cenerino, ed è per questo un luogo amatissimo da birdwatchers e fotografi. Possono essere visitate tutto l’anno prenotando presso il Comando Unità per la Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare dei Carabinieri.
Il Lido di Tarquinia invece si raggiunge in dieci minuti dal centro e vede alternarsi sabbia e pinete affacciate su un mare particolarmente limpido.
Porta di Castello e Torre di Matilde di Canossa |
Dove mangiare a Tarquinia
Ambaradam, in Piazza Matteotti 14, propone un ricco menù da degustare durante la bella stagione nel dehor sulla piazza.
Dove dormire a Tarquinia
Le stalle del seminario è una location accogliente, in centro, con un piccolo, ma fantastico giardinetto.
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